Negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale è cresciuta in modo esponenziale e, in maniera speculare, è aumentata la mobilità delle persone. I motivi principali che spingono le persone a muoversi sono il lavoro, lo studio ed il turismo. In Italia sono quasi 1,8 milioni i pendolari che ogni giorno si spostano per lavoro provocando alti tassi di inquinamento – soprattutto nei grandi centri metropolitani – dovuto principalmente alla predilezione del mezzo privato (74,2%), mentre solo una minoranza si muove con i mezzi pubblici, a piedi o in bici. Come emerge dal rapporto di Anfia*, sono 36 milioni le auto circolanti in Italia (65 auto ogni 100 abitanti), numeri ancora troppo alti rispetto alla media europea. Oltre all’auto privata, 300 mila persone ogni giorno in Italia scelgono di spostarsi con il taxi, soprattutto per lavoro, mentre più incerta è la stima dei viaggi effettuati giornalmente dal settore noleggio con conducente (NCC): i dati ci dicono che sono 10.699 i veicoli ufficialmente registrati allo svolgimento dell’attività, numeri destinati a salire se si considerano tutti coloro che prestano il servizio al di fuori di ogni controllo.
Tutto il settore del trasporto privato, in ragione dei suoi numeri, deve tendere ad una maggiore cura e rispetto per l’ambiente, verso una mobilità più sostenibile.
Di che cosa necessitano taxi e NCC per entrare in una logica di mobilità sostenibile?
- La creazione di una piattaforma multimodale di trasporto – formata sia da taxisti che da NCC – potrebbe essere una delle soluzioni prospettate: fare network significa poter offrire agli utenti un servizio più efficiente e al contempo personalizzato, su misura rispetto alle loro esigenze, sia che essi siano pendolari, studenti o turisti; superare la ferrea logica di categoria e di distinzione tra taxi e NCC potrebbe offrire soluzioni migliori per gli utenti della strada e, al contempo, più ecosostenibili;
- dai dati analizzati si constata spesso la presenza di una sola persona per auto, sia che essa sia auto personale, taxi o NCC: entrambe le categorie potrebbero sfruttare la predilezione del popolo italiano per il mezzo privato offrendo tariffe agevolate per i pendolari o chi decide di usare il servizio collettivamente, in condivisione con altri pendolari, riducendo così il numero di veicoli presenti sulle strade e riducendo la propria spesa;
- promuovere una politica fatta di incentivi per l’acquisto di nuovi veicoli elettrici o ibridi, meno inquinanti;
- implementare la digitalizzazione nei servizi ed uno sviluppo più tecnologico dei mezzi di trasporto: sistemi di geolocalizzazione e di prenotazione tramite smartphone consentono rapidità e maggior efficienza.
L’Italia, inoltre, è meta particolarmente ambita dai turisti esteri, collocandosi al quarto posto tra i Paesi europei maggiormente attrattivi, con una percentuale di turisti stranieri pari al 50,4%. In virtù del suo livello attrattivo, è risultato necessario – negli ultimi anni – gestire in maniera controllata gli ingenti flussi di visitatori, oltreché quelli locali, ponendo un freno al fenomeno dell’overtourism attraverso la promozione di politiche di trasporto turistico sostenibile. Infatti, anche per il trasporto turistico, i dati dimostrano come sia altrettanto alto il tasso di spostamento delle persone per motivi di svago o turismo attraverso l’auto, che viene preferita rispetto ai mezzi pubblici, permettendo quest’ultima più flessibilità e autonomia nell’organizzazione degli spostamenti.
A causa della pandemia da Coronavirus, il settore è stato fortemente danneggiato e, al momento, la più grande sfida risiede nella ricerca di un equilibrio tra l’esigenza di innovazione e la protezione dell’ecosistema attraverso la promozione di pratiche e soluzioni di mobilità sostenibile.
Di che cosa necessita il trasporto turistico per entrare in una logica di mobilità sostenibile?
- sviluppare network e sinergie tra gli operatori del settore, nello specifico, per incrementare l’uso di veicoli elettrici e/o a basse emissioni è fondamentale creare un sistema a rete tra i gestori del servizio di noleggio, i turisti e i commercianti del quartiere o dell’area in questione. Si potranno prevedere tariffe agevolate, in primis per i turisti che usufruiranno di auto elettriche, coloro che acquisteranno nei piccoli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa avranno anch’essi diritto a prezzi ridotti; i negozianti a loro volta potranno noleggiare gli omonimi veicoli elettrici, in alternativa al trasporto pubblico locale, a tariffe agevolate rispetto a quelle convenzionali (community mobility sharing). L’interconnessione dei servizi può portare a vantaggi non solo per le singole categorie ma altresì condivisi, a beneficio dunque della collettività. Il turismo integrato non si esaurisce qui, ma può essere esteso anche alle aziende. Un sistema di welfare all’avanguardia può prevedere la stipula di accordi o collaborazioni tra le strutture ricettive green (che dispongono per esempio di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale per i propri clienti) e le aziende, prevedendo prezzi ridotti per i dipendenti che decideranno di optare per un trasporto e turismo sostenibile;
- campagne informative per cittadini e turisti sulle conseguenze ambientali derivanti degli spostamenti per svago prospettando soluzioni di mobilità condivisa: promuovere, per esempio, l’uso di navette per escursioni locali o transfer di comitive non solo per i turisti ma anche per quei gruppi a bassa mobilità come gli anziani e dunque meno inclini a viaggiare con un mezzo proprio per distanze medio-lunghe;
- porre al centro la persona e le sue esigenze: anche per i diversamente abili vanno ricercate soluzioni di mobilità turistica personalizzate, agevoli e rispettose della loro condizione e comunque inserite in una logica di mobilità sostenibile;
- introdurre un sistema di certificazioni per coloro che promuovono forme di mobilità turistica sostenibile: quantificare la mobilità sostenibile significa, da un lato, dare una maggior visibilità alle aziende e alle strutture aderenti all’iniziativa, dall’altra riduce i fattori inquinanti e decongestiona le città da (troppi) mezzi inquinanti, talvolta inutili, che possano agevolmente essere sostituiti da forme alternative e meno inquinanti di mobilità.
Perchè aderire a ConfMobility
ConfMobility intende essere il punto di riferimento per le aziende, supportandole nell’individuazione di bandi e finanziamenti dedicati per la trasformazione green, offrendo la propria consulenza su corsi di formazione per coloro che saranno, direttamente o indirettamente, coinvolti nel processo di transizione verde e digitale. La nostra organizzazione intende farsi promotrice di un sistema integrato, connesso ed efficiente e che diffonda tra i propri aderenti un modello di networking sulla mobilità sostenibile.
Da ultimo, ConfMobility ha l’obiettivo di creare un sistema logistico in grado di tracciare le performance ambientali dei differenti sistemi e mezzi di mobilità, premiando chi inquina meno.