Trasporto Marittimo

La maggior parte delle navi odierne è alimentata ad olio combustibile pesante (ricco di zolfo e metalli pesanti), particolarmente inquinante rispetto agli altri combustibili poiché meno raffinato; il settore, nel suo complesso, contribuisce ogni anno all’emissione del 2,4% di gas serra. Il tentativo dell’IMO (Organizzazione marittima internazionale) di ridurre la percentuale legale di zolfo emesso nell’ambiente (dal 3,5% ad appena lo 0,5%) non ha portato unanime consenso tra gli Stati, poiché come evidenziato da alcuni di essi, gli oli combustibili a bassa percentuale di zolfo, diffondono nell’aria maggiore quantità di olio di carbonio, secondo per tossicità solo alla CO2.

Di che cosa necessita il trasporto marittimo per per entrare in una logica di mobilità sostenibile?

  • L’IMO ha previsto come obiettivo, entro il 2050, una riduzione di gas serra pari al 50% rispetto ai livelli del 2008. Sono in via di sperimentazione soluzioni di navigazione basate su celle a combustibile alimentate a idrogeno, il quale viene prodotto a bordo recuperando l’idrogeno mediante un particolare processo di desalinizzazione dell’acqua di mare. Si prevedono, inoltre, soluzioni ad LNG (gas naturale liquefatto) che immettono in atmosfera una minor quantità di CO2 (circa del 25% in meno rispetto agli altri combustibili). In misura analoga, sono al vaglio alcuni studi al fine di verificare se un sistema di propulsione a vento potrebbe essere efficace nella riduzione di consumo di carburante;
  • questo settore, più di altri, necessita di investimenti massicci in programmi di ricerca e sviluppo (R&D) per sviluppare tecnologie all’avanguardia che riducano le emissioni nell’atmosfera e riducano l’inquinamento delle acque marine (con conseguenti danni anche alla flora e fauna marina): si tratterà di progetti a lungo termine, considerati anche i tempi particolarmente lunghi di costruzione di una nave. Problematica connessa all’ideazione di fonti alternative ecosostenibili, risiede nell’approvvigionamento lungo la tratta – ancor più difficoltoso se trattasi di rotte transatlantiche o di lunga percorrenza – che dovrà avvenire ovunque e a condizioni paritarie per gli operatori marittimi. Soluzioni alternative saranno più immediate e testabili su imbarcazione di ridotte dimensioni, per esempio traghetti o navi da crociera, più problematica sarà invece la ricerca di analoghe soluzioni per navi cargo, navi container di dimensioni maggiori e impiegate soprattutto per lunghe tratte. Soprattutto nell’ambito del trasporto delle persone, il mezzo navale è indispensabile e non sostituibile: si pensi per esempio agli abitanti di un’isola che, per spostarsi, devono necessariamente utilizzare un’imbarcazione, una nave o un traghetto. La non sostituibilità del mezzo, impone, a fortiori, un ripensamento del trasporto in chiave sostenibile;
  • il maggior vantaggio del trasporto via mare è, a parità di merci trasportate, il minor impatto ambientale;
  • si evitano le code ed il traffico stradale; le procedure doganali stanno diventando più semplici rispetto al passato;
  • maggior convenienza in termini di prezzo, dovuto principalmente ad un costo molto basso dell’olio combustibile pesante: per restare competitivi sul mercato, il metodo di alimentazione delle navi deve mutare optando per combustibili o fonti meno inquinanti: la soluzione più rapida risiede nel ridurre il tenore di zolfo così come per filtri efficienti per i gas di scarico (SCR, DPF). Tali filtri sono particolarmente onerosi, ma sul costo complessivo di costruzione di una nave inciderebbero solo dell’1%. L’iniziativa FuelEU Maritime va in questa direzione: promuovere la produzione e la diffusione di carburanti sostenibili per il trasporto marittimo;
  • l’inquinamento acustico sull’ambiente marino e sulla popolazione residente, in prossimità dei porti, può essere ridotto sviluppando nuove tecnologie e investendo di più in R&D, che ne attenuino gli effetti negativi;
  • anche per il trasporto marittimo è fondamentale interagire all’interno di un network, anche e soprattutto perché si necessita di un ulteriore mezzo di trasporto per la consegna finale;
  • vista la carenza di una legislazione organica che disciplini i limiti massimi di emissioni in mare, è fondamentale che gli operatori del settore si facciano pionieri ed anticipino la politica affinché quest’ultima legiferi in materia.

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ConfMobility intende essere il punto di riferimento per le aziende, supportandole nell’individuazione di bandi e finanziamenti dedicati per la trasformazione green, offrendo la propria consulenza su corsi di formazione per coloro che saranno, direttamente o indirettamente, coinvolti nel processo di transizione verde e digitale. La nostra organizzazione intende farsi promotrice di un sistema integrato, connesso ed efficiente e che diffonda tra i propri aderenti un modello di networking sulla mobilità sostenibile.
Da ultimo, ConfMobility ha l’obiettivo di creare un sistema logistico in grado di tracciare le performance ambientali dei differenti sistemi e mezzi di mobilità, premiando chi inquina meno.

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